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Perché mai le cattedrali costruite, mattone su mattone, da Honoré de Balzac e da Charles Dickens esibiscono sulla loro superficie tante figure animali e animalesche? Che genere di rapporti intrattengono quelle scritture con i paradigmi scientifici e con le arti figurative? È possibile fondare una teoria o un metodo per un'interpretazione sistematica dello zoomorfismo? Nel ripercorrere una miriade di opere in cui quell'immaginario esplode oppure viene progressivamente censurato il bestiario definito in queste pagine ricerca risposte oltre le semplici ragioni formali e storico-culturali, restituendo infine tre «mondi di invenzione» abitati da ossessioni d'autore, da stili 'infetti', da sconcertanti anamorfosi.